Giro d’Italia 2024, torna l’ombra del covid? “Non possiamo escluderlo, ma ci sono troppe abitudini sbagliate”

Potrebbe essere il covid ad aver causato i numerosi ritiri degli ultimi giorni dal Giro d’Italia 2024? Con l’assenza di controlli specifici, tanto da parte delle squadre che dell’organizzazione, ormai è difficile tenerne traccia, con il nemico numero uno degli ultimi anni che fortunatamente ha subito un ridimensionamento, ma in carovana, tanto tra lo staff delle squadre che tra gli addetti ai lavori, sono in molti a chiederselo. Una domanda inevitabile, la cui risposta comunque non cambierebbe nulla a livello formale visto che il regolamento in vigore non prevede più l’esclusione dalla corsa in seguito ad una positività, così come non c’è più necessità di isolamento per le leggi in vigore nel nostro paese.

Il quesito si pone in realtà per la rapida diffusione che nell’arco di pochi giorni ha avuto il virus, qualsiasi esso sia, che ha falcidiato alcune squadre (Visma | Lease a Bike in primis visto che in due giorni i gialloneri hanno perso entrambi i propri capitani, Olav Kooij e Cian Uijtdebroeks), colpendo trasversalmente in gruppo fino a portare sinora all’esclusione di una decina di corridori, condizionandone molti altri. Da più parti si sente infatti tossire e tirare su il naso, come ha ammesso anche Tadej Pogacar, riferendosi in particolare alla tappa di domenica scorsa, che attualmente è sembrato l’apice di questo contagio di massa.

Secondo il dottor Nino Daniele, intervistato da Repubblica, “non possiamo escludere del tutto il Covid”, ma in generale l’impressione avuta dal medico sociale della Lidl – Trek è che “ci sono troppe abitudini sbagliate”. Una sensazione che non appartiene solo al responsabile sanitario del team statunitense, ma che da più parti viene sottolineata in questi giorni (a prescindere dai protocolli di RCS Sport, che non è responsabile dell’argomento). In assenza di un distanziamento che ormai era diventato difficile per tutti, dai corridori ai tifosi, passando per giornalisti e staff di squadre e organizzazione, così come delle mascherine, alcuni osservatori sottolineano come si sia passati all’estremo opposto.

I corridori sono ora nuovamente a pieno contatto con chiunque, stringono mani, abbracciano e si fanno selfie con membri esterni alla carovana ed inevitabilmente i rischi aumentano. Guillaume di Grazia, commentatore di Eurosport Francia, mostrava, ad esempio, ieri le sue perplessità riguardo l’atteggiamento particolarmente rilassato della Maglia Rosa in questo ambito, con il leader della UAE Team Emirates che, in quanto leader della corsa, entrava in particolare in contatto, senza precauzioni, con moltissime persone ed era particolarmente sollecitato. Non a caso lo sloveno è stato uno dei primi ad avvertire alcuni sintomi, anche se fortunatamente non ha mai avuto grandi problemi.

Una situazione che ha portato ora la Visma | Lease a Bike, da sempre una delle più attente sull’argomento, a reintrodurre il tampone per corridori e staff presenti attualmente in gruppo. Ovviamente, l’obiettivo non è l’esclusione del proprio corridore (Sepp Kuss lo scorso anno portò a termine la Corsa Rosa dopo una positività), ma poter monitorare ed eventualmente cercare di contenere il virus il più possibile. Anche qualche linea di febbre in un GT può avere conseguenze pesanti, portando ad un ritiro, ancor di più se unita a problemi respiratori, come per i corridori citati in precedenza. Sintomi che ovviamente possono essere anche dovuti ad una infezione da coronavirus.

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